La domanda mondiale di energia del pianeta quest’anno dovrebbe scendere del 5% a causa della pandemia, ovvero lo shock più importante mai osservato in settant’anni. Lo sostiene l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie). Nel dettaglio, il 2020 dovrebbe chiudersi con un capitombolo dell’8% dell’utilizzo di petrolio e del 7% per quanto riguarda il carbone.
Conseguenza di questa grande paralisi dell’economia mondiale, legata a una pandemia che ha fatto già più di un milione di vittime, le emissioni di gas serra legate all’energia sono scese del 7%, un calo che “le riporta al livello di un decennio fa”.
Questo progresso sul fronte del riscaldamento globale appare tuttavia temporaneo. E, in ogni caso, una crescita economica debole non è una strategia per limitare le emissioni di gas serra, evidenzia l’Agenzia.
Un altro dato interessante riguarda il carbone: contrariamente al petrolio, il suo utilizzo non ritroverà il livello antecrisi, neanche quando l’economia ripartirà. “Nel 2040 il carbone rappresenterà il 20% del fabbisogno energetico del pianeta, un livello mai visto dai tempi della Rivoluzione industriale”, spiega l’Aie.
Il solare, a sua volta, andrà a occupare il posto lasciato libero dal carbone. E la semplice applicazione delle politiche energetiche già annunciate dai vari Paesi farà sì che l’80% dell’elettricità supplementare richiesta dal pianeta di qui alla fine del decennio proverrà da fonti rinnovabili.