Cingolani: “La transizione verso le rinnovabili passa dal gas e poi tocca alla fusione nucleare”

Il ministro della Transizione ecologica torna sui progetti per consentire la decarbonizzazione e l’abbandono degli idrocarburi. Ma serviranno progetti per “sistemi di accumulo” per immagazzinare l’energia solare ed eolica

Cingolani: “La transizione verso le rinnovabili passa dal gas e ...”

Per Roberto Cingolani, da due mesi ministro della Transizione ecologica, il percorso è segnato. Prima spariranno i combustibili fossili più inquinanti come carbone e petrolio, mentre il gas naturale sarà l’ultimo a uscire di scena al traguardo del 2050. Data entro la quale si dovrà raggiungere l’obiettivo di emissioni zero di CO2, come stabilito dall’Ue. Ma entro i prossimi 30 anni potrebbe emergere l’energia prodotta dalla fusione nucleare, a cui si potrà pensare “come ora pensiamo all’idrogeno”.

Ma la transizione avrà bisogno di nuove infrastrutture. A cominciare dai sistemi di accumulo, che possano immagazzinare l’energia prodotta dalle rinnovabili e che non viene usata, per essere poi inserita nelle reti quando cala il vento o nelle ore notturne.

Nel Recovery Plan “stiamo programmando un aggiornamento della rete elettrica con 200 punti di smart grid, in grado di gestire le variazioni nella produzione delle fonti rinnovabili attraverso stazioni di accumulo - ha detto il ministro -. Se vogliamo raggiungere il nostro obbiettivo del 72% di rinnovabili al 2030 dobbiamo avere un 20%-25% di capacità di stoccaggio di energia.”

“La vera fonte energetica universale saranno le stelle, l’universo funziona con la fusione nucleare: quella è la rinnovabile delle rinnovabili”, aveva detto Cingolani presentando le linee guida del nuovo ministero della Transizione ecologica alle commissioni di Camera e Senato.

E a distanza di tre settimane ha confermato il concetto. “Noi andiamo verso la decarbonizzazione al 2050 e ribadisco che, quando la transizione avrà avuto successo e la tecnologia avrà dato risultati, cominceremo a pensare alla fusione nucleare come oggi pensiamo all’idrogeno”, ha detto il ministro.

In altre parole, Cingolani ha voluto dire che la fusione rimane a suo avviso il vero punto di arrivo per una energia pulita, disponibile e in gran quantità. Ma siccome non si sa quando la tecnologia diventerà economicamente scalabile per ora si procede con i piani di decarbonizzazione come previsto.

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