Quali paesi dovrebbero spendere di più per salvare il pianeta? La risposta comune è la Cina, che gli occidentali accusano di contribuire troppo poco agli sforzi per aiutare i Paesi poveri a far fronte ai cambiamenti climatici. Per quasi due decenni la Cina è stata in termini assoluti la principale emittente di anidride carbonica (se si analizzano, tuttavia, i dati pro-capite in testa alla classifica troviamo gli Stati Uniti).
I funzionari cinesi ribattono sostenendo che il loro Paese è ancora in via di sviluppo e che è responsabile di un numero di emissioni storiche inferiore a quello di Usa ed Europa. Ma la controargomentazione più robusta è che la Cina sta già spendendo più di ogni altro Paese per la transizione verde. Sta guidando gli investimenti globali nelle tecnologie per l’energia pulita che, di conseguenza, si stanno diffondendo in tutto il mondo a ritmi inimmaginabili fino a pochi anni fa.
Il denaro cinese sostiene ogni fase della catena di approvvigionamento delle energie pulite. Secondo la società di ricerca BloombergNEF, tra il 2018 e il 2023 gli investimenti globali nelle raffinerie e nelle fabbriche, che trasformano le materie prime in turbine eoliche, veicoli elettrici e altre tecnologie verdi, hanno raggiunto i 378 miliardi di dollari. Quasi il 90% di questa cifra proviene dalla Cina.
Grazie a questi investimenti, la seconda economia globale produce molte più apparecchiature per l’energia pulita di qualsiasi altro Paese. Le sue aziende producono una quantità di batterie agli ioni di litio (utilizzate per alimentare i veicoli elettrici) tale da soddisfare l’intera domanda mondiale.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, 8 pannelli solari su 10 sono prodotti in Cina (che ha una capacità produttiva sufficiente per produrli al doppio del ritmo attuale), alimentando enormi economie di scala.
Pechino non solo fornisce queste tecnologie, ma ne stimola la domanda. È altrettanto vero che più della metà dell’elettricità è ancora generata dal carbone. Ma solo l’anno scorso le aziende cinesi hanno immesso nella rete circa 300 gigawatt di capacità eolica e solare, quasi due terzi della quantità installata a livello globale.
La Cina sta anche costruendo più centrali nucleari di qualsiasi altro Paese. Secondo BloombergNEF, l’anno scorso la spesa globale per lo sviluppo di tecnologie energetiche pulite è stata di 1,8 miliardi di dollari, di cui il 38% in Cina.
Per quanto riguarda l’entità di tali spese, la Cina ha due grandi vantaggi rispetto agli altri Paesi. Grazie a un elevato tasso di risparmio, da tempo si affida agli investimenti, piuttosto che ai consumi, per guidare la crescita economica. Inoltre, il suo governo è in grado di indirizzare gran parte degli investimenti verso i settori che preferisce. E nell’ultimo decennio lo Stato ha puntato sempre più sull’energia pulita. E oggi già raccoglie i risultati di questa scelta.