L’Unione europea si starebbe preparando a lanciare bond “su vasta scala” per finanziare le spese dell’energia e della Difesa. È quanto riporta Bloomberg citando fonti riservate secondo le quali i tecnici delle istituzioni europee sono al lavoro per mettere a punto un piano da presentare dopo il prossimo summit di Versailles in programma per il 10-11 marzo.
L’operazione Eurobond (obbligazioni che garantiscono congrui interessi agli acquirenti, emesse in cambio di prestiti) giungerebbe a un anno dal pacchetto complessivo da 1.800 miliardi di euro dell’Ue, che comprende anche il Next Generation Fund, per sostenere i maggiori sforzi dovuti alla pandemia da Covid-19.
Con la nuova iniziativa lo scopo di Bruxelles sarebbe quella di finanziare le maggiori spese dovute alla riforma della Difesa e delle infrastrutture energetiche a seguito dell’invasione russa dell'Ucraina. L’ipotesi allo studio consisterebbe nell’emissione di obbligazioni da parte della Commissione europea, che poi convoglierebbe i proventi agli Stati membri sotto forma di prestiti agevolati. Sarebbe, invece, ancora da decidere l’importo e la struttura dell’operazione.
La Commissione europea, per bocca del vicepresidente Timmermans, ha tuttavia smentito questa indiscrezione: “Non c’è nessun progetto di Eurobond per le spese energetiche a livello di Commissione, forse c’è a livello di qualche Stato membro”.
Cosa sono gli Eurobond?
Si tratta di titoli di debito (titoli emessi da un debitore che ha bisogno di soldi e che vengono acquistati da investitori, ovvero i creditori) tramite i quali tutti gli Stati membri dell’UE diventano responsabili del debito in maniera congiunta. In poche parole, se uno Stato non dovesse riuscire a ripagare il suo debito - contratto tramite l’emissione di eurobond - non sarebbe nei guai, perché ci sono gli altri membri dell’UE a pagare.
Ancora, gli eurobond possono essere definiti come titoli di Stato comunitari con l’obiettivo di raccogliere la liquidità (i soldi) e darla ai Paesi più in difficoltà. Questi possono essere garantiti dalla Banca Europea degli Investimenti (BEI) o da altro istituto di credito purché non sia la Banca Centrale Europea (BCE).
Gli eurobond riducono le probabilità di una crisi sovrana ma portano con loro un rischio morale: i governi con i conti pubblici più disastrati potrebbero decidere di aumentare i loro debiti in maniera irresponsabile, accollando il rischio quanto il costo del debito ai Paesi più virtuosi.
I soldi raccolti dall’emissione andrebbero agli Stati più in difficoltà, ma di per sé gli eurobond non appartengono a nessuno data la loro caratteristica di essere “comuni” tra gli Stati membri.
Altro termine strettamente legato agli eurobond è mutualizzazione: si prevede infatti la mutualizzazione del debito, ovvero la condivisione dei relativi oneri del debito tra più soggetti.