Il vertice europeo fatica a trovare un’intesa sulla risposta alla Russia in materia di gas e petrolio. Il Consiglio si è protratto nel tentativo di sbloccare lo stallo sull’idea di fissare un tetto massimo ai prezzi del gas e di sganciare i prezzi dell’elettricità da quelli del gas, ipotesi sostenuta dai Paesi meridionali ma non da quelli nordici. Il premier italiano ha insistito perché il tetto ai prezzi del gas fosse inserito tra le conclusioni del vertice. Si tratterebbe di un primo segnale politico cui fare seguire entro maggio una proposta dettagliata da parte della Commissione, che sarebbe favorevole a patto che ci sia un mandato preciso dei governi in ragione dell’eccezionalità del momento.
L’Italia si è presentata con una linea comune con Spagna, Grecia e Portogallo per far emergere l’opzione sul tetto massimo al prezzo del gas almeno tra quelle da sottoporre a ulteriore analisi per prendere poi una decisione entro qualche settimana. Germania e Paesi Bassi hanno invece insistito a lungo sulla necessità di mantenere le condizioni di libero mercato.
Passi avanti invece sugli acquisti congiunti di gas e sugli stoccaggi comuni - sul modello di quanto fatto con i vaccini - mentre non è in discussione per ora lo stop alle importazioni di gas e petrolio da Mosca, una misura che - come ha ribadito il cancelliere tedesco Olaf Scholz - manderebbe l’Europa in recessione. Leader tutti d’accordo infine sul rifiuto di pagare in rubli le forniture come chiesto dal Cremlino.
Nella conferenza stampa a conclusione del vertice, il presidente Mario Draghi ha parlato di passi avanti in materia energetica nella decisione di procedere insieme in un momento molto difficile. Il tema più controverso resta il tetto ai prezzi del gas.
“I profitti del governo della Norvegia - ha spiegato Draghi - sono stati 150 miliardi di dollari in questi ultimi mesi, per un Paese di 5 milioni abitanti: questo dimostra l’entità straordinaria dei profitti e spiega la loro resistenza a un tetto del prezzo che certamente finirebbe per diminuire ma tutt’altro che annullare i loro profitti”.