Elettricità, gas, diritti per la CO2, persino il vecchio carbone. Sui mercati energetici ogni giorno (o quasi) è segnato da una raffica di record. I prezzi, in rialzo da mesi, hanno accelerato la corsa persino durante l’estate – stagione di di termosifoni spenti, in cui in teoria non dovrebbero crearsi forti tensioni – portandosi in Europa a livelli senza precedenti. È un rally che sta diventando sempre più preoccupante per le possibili ricadute sull’economia. Secondo l’Ocse gli effetti sul Pil sono già evidenti. L’Organizzazione con sede a Parigi registra infatti un rallentamento nella ripresa della crescita economica globale, che resta diseguale a livello domestico.
A complicare il quadro c’è poi la Russia. La società energetica statale russa Gazprom ha annunciato che non intende incrementare le esportazioni di gas verso l’Europa nonostante quest’ultima stia affrontando una profonda crisi energetica a causa dell’incremento di prezzo di gas naturale. La scelta di non massimizzare le esportazioni di gas verso il Vecchio continente per soddisfarne la domanda rischia di porre il blocco in uno stato di precarietà energetica. Questo è legato al fatto che oltre il 60% del gas naturale di cui Bruxelles si serve per alimentare abitazioni, uffici e fabbriche è importato e la Russia, in tale quota, rappresenta il 40%. Una scelta, quella di Mosca, che ha innescato un effetto domino, provocando un’ulteriore impennata dei prezzi all’ingrosso di gas, già in forte aumento a partire dal mese di luglio. Nello specifico, a partire da metà settembre, il prezzo del gas in Europa ha superato i 950 dollari per 1.000 metri cubi e tale tendenza crescente si è confermata anche nella settimana successiva. L’Occidente, soprattutto l’Ue e gli Stati Uniti, ha fortemente criticato la mossa di Gazprom, definendola una strategia geopolitica nella quale l’energia sarebbe utilizzata come mezzo per esercitare pressioni sull’Occidente.
Oltre a gas ed energia, anche la benzina vola: il prezzo sale ancora e si porta ai massimi degli ultimi sette anni (1,670 euro al litro per la verde in modalità self in Italia). Sale nel nostro paese anche il prezzo del diesel, ora a 1,516 euro al litro. Su base annua è pari a una stangata ad autovettura pari a 275 euro all'anno per la benzina e 237 euro per il gasolio.