Negli Stati Uniti, al confine tra Nevada e Oregon, in un cratere vulcanico formatosi circa 16 milioni di anni fa, si troverebbero tra i 20 e i 40 milioni di tonnellate di litio metallico. Una quantità che, come riporta Chemistry World, la rivista curata dalla Royal Society of Chemistry del Regno Unito, renderebbe tale deposito di gran lunga il più grande del mondo.
“Considerando le prime stime - spiega il geologo dell’Università KU Leuven e del Museo reale per l’Africa centrale di Tervuren, in Belgio, Anouk Borst - si tratta di un deposito di litio molto, molto significativo. Potrebbe cambiare le dinamiche legate a tale elemento a livello mondiale in termini di prezzo, sicurezza dell'approvvigionamento e geopolitica”.
Secondo le analisi compiute sul luogo, nel cratere si troverebbe un’insolita pietra argillosa, composta dal minerale illite, che conterrebbe tra l’1,3 e il 2,4 per cento di litio. Una percentuale quasi doppia rispetto a quella che caratterizza il principale minerale argilloso contenente litio, ovvero la smectite di magnesio, che è più comune rispetto all’illite.
“Se riusciranno a estrarre il litio in modalità a bassissimo impatto relativamente al consumo energetico - ha spiegato Anouk Borst - o in un processo che non consumi molto acido, il risultato potrebbe essere molto importante dal punto di vista economico. Gli Stati Uniti avrebbero una propria fornitura di litio e le industrie sarebbero meno spaventate dalla carenza di approvvigionamento”.