Più gas e più petrolchimica nel futuro di Saudi Aramco, pronta ad adeguarsi al futuro dei mercati energetici, ma non certo a farsi da parte, come dimostrano i risultati di bilancio e il generosissimo dividendo – quasi 100 miliardi di dollari – annunciato domenica: un fiume di denaro che finisce quasi interamente nelle casse del regno.
Nonostante il ribasso del prezzo del petrolio e i pesanti tagli di produzione, la compagnia saudita nel 2023 ha generato profitti netti per 121 miliardi di dollari, limitando la flessione a circa un quarto rispetto al 2022, che tra guerra in Ucraina, sanzioni alla Russia e crisi energetica era stato un anno eccezionale per tutte le società del settore.
La maxi cedola – 97,8 miliardi per la precisione, quasi un terzo in più rispetto all’esercizio precedente – redistribuisce circa l’80 per cento degli utili netti. Numeri abnormi che in qualche modo “nascondono” un altro futuro per Riad che ora accelera sul gas.
Nel 2030 punta a superare Norvegia e Algeria. Saudi Aramco ferma infatti lo sviluppo della capacità nel petrolio, ma adesso lavora per espandere la produzione di gas “almeno il 60 per cento” entro fine decennio.