Il Giappone si concentrerà di più sulle fonti rinnovabili. Lo annuncia una bozza del nuovo piano energetico messo a punto dal governo, che ha deciso di arginare la dipendenza del paese dall’energia nucleare.
Il documento è stato elaborato alla luce dell'accordo del clima di Parigi del 2015, in base al quale il Giappone si è impegnato a ridurre dell'80% le emissioni di gas serra entro il 2050 rispetto ai livelli del 2013.
Da un lato, il governo evidenzia la necessità per il Giappone, povero di materie prime, di costruire infrastrutture che consentano di contribuire alla lotta contro il riscaldamento globale, attraverso la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Dall’altro, l’esecutivo conferma gli obiettivi sul mix energetico fissati negli anni precedenti.
Nel 2030 il paese nipponico punta a far sì che le fonti rinnovabili rappresentino il 22-24% della produzione di energia elettrica nel paese, mentre quella nucleare oscillerà tra il 20 e il 22%.
La tragedia di Fukushima del 2011 è ancora viva nei ricordi dei giapponesi. E per questo il paese si impegna a ridurre la sua dipendenza dal nucleare. Al contempo, il piano ricorda quanto questo tipo di energia sia importante per contribuire alla creazione di un’economia "decarbonizzata". Tradotto, l'amministrazione del primo ministro Shinzo Abe mantiene una politica pro-nucleare.