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Il debito pubblico italiano (circa 3mila miliardi di euro) è, come una noto, una zavorra. Ma chi sono oggi i principali finanziatori dell’Italia?
I numeri parlano di una realtà in movimento, tra la crescita della partecipazione estera, il recente rallentamento degli investimenti delle famiglie e il ruolo centrale delle istituzioni finanziarie italiane.
Negli ultimi due anni, la strategia del Governo per rafforzare la partecipazione delle famiglie ai titoli di Stato – il cosiddetto il tentativo di giapponesizzare il debito pubblico, ovvero di seguire la scelta del Giappone di concentrare la vendita dei titoli a operatori domestici - ha prodotti alcuni risultati.
La quota di obbligazioni a medio-lungo termine detenuta nei portafogli dei risparmiatori italiani è cresciuta dall’8,7% di ottobre 2022 al 14,2% di novembre 2024 (fonte: Banca d’Italia). Tuttavia, da maggio 2024 il trend ha rallentato, fino a registrare una lieve flessione nell’ultimo mese.
La presenza degli investitori esteri nel mercato del debito italiano, al contempo, è tornata a crescere. Dopo aver toccato un minimo del 26,2%, la loro quota è risalita mese dopo mese fino al 31,3%.
Il restante 54,3% del debito pubblico (due anni fa questa percentuale ammontava al 64,1%) è detenuto da soggetti italiani, tra cui Banca d’Italia, che acquista titoli anche per conto della Bce, e Cassa depositi e prestiti.
In sintesi, dopo una crescita sostenuta, la quota di titoli di Stato in mano alle famiglie ha raggiunto un plateau, mentre quella degli investitori esteri ha ripreso a crescere.