La manovra garantirà la "stabilità complessiva del sistema". Ad assicurarlo, in una lettera alla Commissione europea, è il ministro dell'Economia che invita l'Ue a tenere un "dialogo aperto" con il governo che - assicura - è "compatto" su una manovra "coraggiosa e responsabile". Ora si attende che la legge finanziaria arrivi in Parlamento.
Nella missiva a Bruxelles il ministro dell’Economia mette nero su bianco le cifre di deficit e crescita: "La manovra assicura un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2.4% del 2019 al 2.1% del 2020 per chiudere all'1.8% del 2021. L'insieme delle misure della prossima manovra porterà un aumento della crescita all'1,5% nel 2019 per arrivare all'1,6 e l'1,4 nei due anni successivi".
Ma la stima del governo è disallineata rispetto alle previsioni delle istituzione internazionali, agenzie di rating e centri studi. Tra gli altri, Confindustria prevede per il 2009 un Pil inferiore all’1%.
Nonostante il gap sia ampio, l'esecutivo tira dritto. Il raggiungimento degli obiettivi "verrà ottenuto anche grazie a un attento disegno degli interventi sia sul versante degli investimenti, sia su quello delle misure di sostegno attivo per il lavoro e la coesione sociale che garantiscano la stabilità complessiva del sistema".
Tria si rende conto che non sarà facile far digerire il Def (Documento di programmazione economica e finanziaria) a Bruxelles e per questo dichiara: "Ora si apre la fase di confronto con la Commissione europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita delineata dalla manovra". Bruxelles avvierà una trattativa con Roma, sperando che l'Italia inserisca un segnale di buona volontà in manovra. La bozza dovrebbe arrivare alla Ue entro il 15 ottobre, ma è plausibile che sarà lo stesso premier Conte a “portarla” al vertice europeo del 17 e 18 ottobre.
Dopo la consegna ufficiale, la Ue può avviare un primo scambio informale di lettere con il governo italiano, chiedendo modifiche per evitare che si arrivi ad un rigetto formale. Se i suoi appelli cadranno nel vuoto, entro due settimane potrà bocciarla e chiederne una nuova. La tempistica è, però, rischiosa sui mercati, perché si intreccia con il giudizio di Standard&Poor's in arrivo il 26 ottobre.