Matteo Salvini sfida Bruxelles. Il leader della Lega a Washington per gli incontri con il vicepresidente americano Mike Pence e col segretario di Stato Usa Mike Pompeo non perde di vista il braccio di ferro con l'Europa: "Le risorse per la flat tax ci devono essere. Non è una scelta: al massimo si possono rimodulare i tempi".
Le parole del vicepremier si fanno poi più dure: "L'Ue ha ammazzato un popolo e spalancato le porte alla Cina. L'Italia non è la Grecia e Bruxelles se ne farà una ragione. Faccio parte di un governo che in Europa non si accontenta più delle briciole".
Poi la mano tesa verso gli Usa: "Il nostro Paese vuole tornare a essere nel continente europeo il primo partner della più grande democrazia occidentale. Dal taglio delle tasse al rilancio dell'economia locale vorrei che il governo italiano applicasse una ricetta come quella adottata dall'amministrazione statunitense, già dalla prossima manovra".
E il pugno duro con Pechino. "Il business non è tutto. Porta benefici a medio termine che poi possono diventare una gabbia. La penso come Trump sulla sicurezza, e sui dati degli italiani e la loro sicurezza non si transige", ha spiegato il leader leghista.
Ma visto i noti buoni rapporti sull’asse Lega-Putin, Salvini ci tiene a dire: "Sarebbe un errore strategico sia commerciale sia geopolitico allontanare la Russia dall'occidente per lasciarla nelle braccia dei cinesi. Bisogna fare di tutto per riportarli al tavolo".