L’emendamento alla manovra per introdurre una tassa sui patrimoni firmato da alcuni deputati del Pd (Matteo Orfini, Chiara Gribaudo, Giuditta Pini, Fausto Raciti e Luca Rizzo Nervo) e di Leu (Nicola Fratoianni, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto e Luca Pastorino) scatena reazioni eterogenee.
E, sebbene Matteo Orfini inviti il suo partito a discuterne, è lo stesso Pd a prendere le distanze dalla proposta. Contro la patrimoniale insorge anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Sarebbe folle in un momento di crisi come questo introdurre qualsiasi tipo di patrimoniale”. Sulla stessa posizione pure Italia Viva, con il capogruppo al Senato Davide Faraone che chiarisce: “Siamo sempre stati contrari ad ogni aumento di tasse e siamo sempre stati contrari alla patrimoniale: lo siamo ancora di più in questa fase difficile per la nostra economia”.
Tra i pochi a sinistra a difendere l’iniziativa di Orfini e degli altri proponenti c’è l’ex governatore della Toscana Enrico Rossi: “Se si facesse una vera anagrafe patrimoniale - di cui sento parlare da almeno 40 anni a questa parte - il gettito potrebbe aumentare molto, oltre che rendere più giusta e progressiva la tassa”.