Sostenuto dalle favorevoli condizioni cicliche, dal basso livello dei tassi d’interesse e dalle politiche nazionali, il consolidamento delle finanze pubbliche nei Paesi Ue e in quelli dell’eurozona ha fatto registrare anche nel 2017 progressi significativi. Una tendenza che, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, è destinata a proseguire anche nel biennio 2018-2019. È questo in estrema sintesi il quadro che si ricava dai Programmi di stabilità e convergenza, presentati lo scorso aprile.
Soltanto un paese, la Spagna, si trova coinvolta nella procedura per disavanzo eccessivo, mentre la regola numerica di riduzione del rapporto debito/Pil non è stata rispettata da Belgio e Italia. La Commissione valuterà nuovamente la posizione di questi due paesi nella primavera 2019. Pur proseguendo la tendenza alla diminuzione del rapporto debito/Pil avviata lo scorso anno, l’Italia con il 128%, si conferma tra i paesi Ue quello con il debito pubblico atteso più elevato, ad eccezione della Grecia.
Nell’Ue il rapporto debito pubblico/Pil dovrebbe diminuire dall’81,8% del 2017 al 78,5% nel 2019, mentre nell’eurozona dovrebbe scendere rispettivamente da 87,3% del Pil a 83,3%.
La Germania e i Paesi Bassi (quest’ultimi hanno anche raggiunto un rapporto debito/Pil pari al 60%) continuano a posizionarsi al di sopra dell’obiettivo di medio termine anche nel periodo 2018-2021. La Francia ha mantenuto l’impegno di ridurre il rapporto disavanzo/Pil sotto la soglia del 3% nel 2017, mentre la Spagna dovrebbe raggiungere il medesimo obiettivo nel 2018. Il Belgio è a rischio di deviazione significativa sia nel 2018 che nel 2019.