Sono passati oltre 850 giorni dall’aggressione russa e il conflitto in Ucraina si è ormai trasformato in una guerra di logoramento. Dopo uno shock iniziale nel 2022, che ha generato una riduzione del Pil di quasi il 30%, l’economia ucraina ha avuto un discreto rimbalzo nel 2023 (+5%) e nel 2024 (+3,2%). Ma un terzo delle imprese ucraine è sparito e il 10% delle abitazioni è inagibile. Per non parlare poi della produzione di energia elettrica, oggi ridotta al 20% del suo livello pre-guerra.
Osservando l’andamento dell’inflazione, dopo lo shock del 2022 (+20%), la situazione appare ora sotto controllo con prezzi al consumo che viaggiano attorno al 6%. Da un punto di vista macroeconomico, il problema più rilevante non è quindi rappresentato dall’inflazione, tantomeno dalla crescita, bensì dai deficit gemelli della bilancia dei pagamenti e dei conti pubblici.
Prima della guerra, l’Ucraina aveva adottato un modello economico orientato alle esportazioni per oltre due decenni (cereali, metalli, fertilizzanti, attrezzature a bassa e media tecnologia). Ma poi le esportazioni ucraine si sono dimezzate, mentre le importazioni sono rimaste stabili e di conseguenza la bilancia commerciale presenta oggi un deficit molto elevato.
Il deficit pubblico viaggia, invece, attorno al 14% del Pil. Le spese per la difesa e la sicurezza assorbono tutte le entrate, pari al 41% del Pil. Gli altri beni pubblici, quali l’istruzione e la sanità, che continuano a essere erogati, devono essere invece finanziati da debito per lo più estero.
Un altro grave problema attanaglia l’economia ucraina: le tensioni sul mercato del lavoro. Sei milioni e mezzo di ucraini sono emigrati all’estero, altri cinque milioni sono sfollati all’interno del paese. Quasi 800 mila uomini sono al fronte, a cui vanno aggiunti 26mila civili morti e feriti, oltre a un numero imprecisato di militari caduti.
Se da un lato la fragile tenuta dell’economia ucraina è in larga parte dovuta agli ingenti aiuti ricevuti dall’estero, cosa sta succedendo sull’altra sponda? Dopo uno shock iniziale, l’economia della Federazione Russa quest’anno avrà una crescita del 3,2%, mentre i prezzi al consumo aumenteranno del 6,9%, con un avanzo delle partite correnti del 2,7 in percentuale del Pil e un deficit pubblico dell’1,9%. Questi risultati sono stati ottenuti grazie a un limitato effetto delle sanzioni, alla “militarizzazione” dell’economia e al sempre rilevante ricavato delle esportazioni di gas, petrolio e altre materie prime.
È pertanto difficile, se non impossibile, che Kiev possa vincere sul piano economico una guerra di logoramento. Se non altro perché l’Ucraina riesce a sopravvivere grazie agli aiuti esteri, che non si sa quanto dureranno, mentre la Russia può contare sul suo enorme patrimonio di risorse naturali.