Eppur si muove. Nel 2017 il disavanzo pubblico e il debito sia nella zona euro che nell’Ue sono diminuiti, in termini relativi, rispetto al 2016. Nell’area euro il rapporto disavanzo/Pil è sceso dall’1,5% nel 2016 allo 0,9% nel 2017, mentre nell'Ue dall'1,6% all'1%. Nella zona euro il rapporto debito/Pil è sceso dall'89% all’86,7% e nell’Ue dall'83,3% all'81,6%.
Sono cinque i paesi ad aver superato una delle due soglie previste dal Trattato di Maastricht, ovvero il limite del 60% debito/Pil. Ebbene, in ordine decrescente, troviamo Grecia (178,6%), Italia (131,8%), Portogallo (125,7%), Belgio (103,1%) e Spagna (98,3%). I più virtuosi, invece, sono in ordine crescente Estonia, Lussemburgo, Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania e Danimarca. Rispetto all’indicatore deficit/Pil soltanto due paesi membri hanno evidenziato un disavanzo pari o superiore al 3%: Spagna (-3,1%) e Portogallo (-3%).
Nel 2017 la spesa pubblica nella zona euro è stata pari al 47,1% del Pil e le entrate pubbliche al 46,2%. Le percentuali relative all'Ue sono state, rispettivamente, del 45,8% e del 44,9%. In entrambe le zone la spesa pubblica sul Pil è diminuita tra il 2016 e il 2017, mentre il rapporto entrate/uscite è aumentato.
Il dato del debito italiano è più basso anche rispetto alle ultime previsioni economiche della Commissione Ue, che lo vedeva al 132,1%, mentre il deficit è leggermente superiore rispetto a quello di 2,1% stimato da Bruxelles.