L'abisso è di nuovo vicino per l'Argentina. Macri chiede aiuto all'Fmi

L'aumento dei tassi di interesse al 40% non è servito ad arrestare la caduta del peso. Lo scenario è ora quello di un prestito dal Fondo monetario internazionale: i media argentini ipotizzano 30 miliardi di dollari a tassi di interesse inferiori a quelli di mercato

L'abisso è di nuovo vicino. Macri chiede aiuto all'Fmi

L'Argentina si è appellata all'Fmi. Una linea di credito urgente, questo chiede a Washington il presidente Mauricio Macri nel tentativo di evitare un crollo finanziario e salvare la caduta verticale della moneta nazionale, il peso, contro il dollaro.

Il ricordo della crisi del 2001

Durante l'annuncio, che ha subito riaperto la ferita mai chiusa della crisi del dicembre 2001, Macri ha spiegato che le condizioni internazionali sono mutate da quando ha assunto la carica a dicembre 2015. In effetti, durante i primi due anni della sua presidenza, l’Argentina ha potuto contare su un vento globale favorevole, ma che oggi ha smesso di soffiare: i tassi di interesse sono in crescita, così come il prezzo del petrolio, e le monete dei paesi emergenti sono state svalutate. “Sono tutte variabili fuori dal nostro controllo”, ha malinconicamente ammesso Macri.

Interessi al 40%

La settimana scorsa la Banca centrale argentina ha aumentato i tassi d'interesse dal 33,25% al 40% nel tentativo di fermare lo scivolone della valuta nazionale. Ma non sembra sia servito ad arrestare la discesa agli inferi: dall’inizio dell’anno il peso ha perso il 18% del suo valore.

Prestito da 30 mld di dollari?

I media argentini ipotizzano un prestito 30 miliardi di dollari dall'Fmi a tassi di interesse inferiori a quelli di mercato. Ma occorre valutare bene i costi, anche non finanziari, dell'aiuto, ponendo attenzione affinché il rimedio non sia peggiore della malattia, che però si è fortemente cronicizzata nel paese. A tal punto che, più di un accordo con l'Fmi, è forse necessario al paese sudamericano un accordo tra gli argentini.

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