La ripresa economica dell'UE si consolida e contribuisce in modo significativo alla crescita globale. Lo sostiene l’FMI nel Regional Economic Outlook per l'Europa, ma ammonisce: "Si approfitti della ripresa per ricostruire cuscinetti fiscali e rafforzare la capacita' dell'economia di assorbire eventuali shock. Un altro elemento cruciale per la produttività e l’economia in generale è l'attuazione delle riforme strutturali”.
L’Europa sperimenterà una crescita del 2,4 per cento nel 2017 salvo poi rallentare al 2,1 l’anno prossimo. Secondo il Fondo, il problema fondamentale nel misurare la crescita è la difficoltà del separare le componenti cicliche da quelle strutturali, soprattutto dopo periodi deboli e prolungati. La buona notizia è che i recenti indicatori mostrano che l'attuale ripresa dell'Europa sia trainata anche da “fattori strutturali''.
Prima i complimenti, poi le bacchettate. Le economie con un elevato debito pubblico dovrebbero approfittare di questo momento positivo per ridurlo senza mettere a rischio la crescita. Nel Rapporto si fanno nomi e cognomi: Belgio, Francia, Italia, Portogallo, Spagna e Regno Unito.
Il debito italiano per quest'anno e' atteso al 133 per cento in rapporto al Pil, ma previsto in discesa al 128,8 del 2019. Tuttavia, il Fondo conferma l'accelerazione dell’Italia (1,5 per cento nel 2017; 1,1 e 0,9 nei due anni successivi), mentre la disoccupazione scenderà all'11,4 per cento nel 2017.
I prestiti deteriorati in Europa sono scesi di 160 miliardi di euro dal picco del 2014, ma occorre fare di più. Secondo il Fondo, l'UE deve essere rafforzata, aumentando la resistenza dell'area euro agli shock e completando l'unione bancaria. Senza dimenticare che bisogna pure risolvere i problemi delle banche e della corruzione.