Il debito pubblico degli Stati Uniti segna un livello record che non raggiungeva dal termine della seconda guerra mondiale: 23 mila miliardi di dollari.
La mobilitazione di spesa pubblica contro la depressione da lockdown è costata quanto la mobilitazione bellica contro i nazifascismi; e non è finita. Il rapporto debito/Pil schizza al 106% e la sua ascesa è destinata a continuare.
La maggior parte di questo debito è detenuta all’interno degli stessi Stati Uniti. I titolari sono, infatti, il Tesoro stesso o altre agenzie federali.
Tra queste ultime, la più grande è la Social Security Trust Fund (più o meno equivalente alla nostra Inps) che incassa dai suoi assicurati più di quanto spende e investe poi il proprio denaro nei bond pubblici.
Una percentuale importante, comunque, è posseduta da banche centrali o da enti pubblici di Stati stranieri per un totale di circa 6.200 mld (agosto 2020). E quali sono i Paesi che possiedono quello che di fatto è il più grande debito pubblico domestico al mondo?
Cina 1180 miliardi;
Giappone 1030 mld;
Brasile e Irlanda 300 mld ciascuno;
Regno Unito 274 mld;
Svizzera, Lussemburgo, Isole Cayman, Hong King circa 200 mld ciascuno;
Russia 15 mld (nel 2013 Mosca possedeva circa 153 mld).
Il discorso cambia se si considera l’Ue come aggregato. All’inizio dello scorso decennio, nel 2011, i paesi europei detenevano complessivamente 699 mld in titoli di Stato Usa. Al contrario, la Cina era al suo apice con 1.300 mld (il 9,1% del debito complessivo degli Stati Uniti). Attualmente l’Ue ne detiene circa il 7% (1.500 mld circa). Pechino ha ridotto la percentuale tra il 5% e il 6%.