Secondo il Congressional budget office (Cbo), alla fine del 2023 il debito federale degli Stati Uniti era a 26.200 miliardi, pari al 97 per cento del Pil, e potrebbe arrivare al 166 per cento entro il 2054. A lanciare l’allarme è Phillip Swagel, direttore del Cbo. Da tempo l’economia statunitense continua a registrare risultati eccezionali, nonostante la poderosa stretta creditizia messa in atto dalla Federal reserve (la banca centrale a stelle e strisce). Ma c’è chi sostiene che le spese approvate in questi anni sia dai repubblicani sia dai democratici siano state eccessive.
Allo stesso tempo, mettere ora un freno alla spesa potrebbe provocare una recessione proprio mentre la minaccia (dal punto di vista dell’attuale presidente) di una vittoria di Trump a novembre si fa sempre più seria. Dal canto suo anche il candidato repubblicano non ha alcuna intenzione di tagliare la spesa: se rieletto, ha intenzione di rinnovare i generosi tagli alle tasse approvati durante il suo primo mandato. Se Trump dovesse rinnovare i tagli alla tasse aggiungerebbe altri cinquemila miliardi al debito pubblico tra il 2026 e il 2035. Si consideri che la previsione del Cbo, secondo cui nei prossimi dieci anni il bilancio federale chiuderà con un deficit pari al 6 per cento del Pil, è stata fatta ipotizzando che quei tagli non saranno più in vigore nel 2025.
Ma in futuro, ovvero dopo le elezioni presidenziali di novembre, la realtà delle cose potrebbe costringere Biden o Trump a prendere provvedimenti, alzando le tasse o tagliando la spesa, oppure facendo entrambe le cose. L’austerità sulla sponda atlantica sta per tornare?