Il Fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo, ha perso 153 miliardi di euro nel 2022

Trondheim

Il Fondo sovrano norvegese ha annunciato di aver perso 1.637 miliardi di corone (circa 152 miliardi di euro) nel 2022. Il fondo, creato nel 1990 per investire le entrate petrolifere del paese, ha registrato un rendimento negativo del 14,1%.

Non è stata la peggiore performance in termini percentuali (il meno 23,3% registrato nel 2008, l’anno della grande crisi finanziaria, resta lontano anche se il patrimonio del fondo all’epoca era più basso e si era tradotto così in un ‘rosso’ di circa 71 miliardi di euro), ma la perdita registrata nel 2022 (-14,1%) dal Fondo, il più grande al mondo, è la più alta di sempre, a causa dell’impatto dell’inflazione, dell’aumento dei tassi di interesse, e delle ripercussioni legate alla guerra in Ucraina e alla forte correzione sui mercati del settore tecnologico.

“Ciò ha avuto un impatto negativo sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario, il che è molto insolito”, ha affermato Nicolai Tangen, Ceo di Norges Bank Investment. Allo stesso tempo, il Fondo ha indicato che la corona norvegese si è deprezzata rispetto a molte delle principali valute durante l’anno, aumentando il valore del Fondo stesso di 642.000 milioni di corone (59.518 milioni di euro). A fine anno il valore in corone del veicolo di investimento era pari a circa 1.148 miliardi di euro).

Cosa è un fondo sovrano?

Si tratta di fondi di investimento posseduti direttamente da Stati sovrani; operano su scala mondiale e sono costituiti da strumenti finanziari come obbligazioni, azioni e beni patrimoniali. Nati spesso per promuovere lo sviluppo economico, sociale e produttivo, vengono detenuti da quei paesi che hanno aumentato le loro riserve valutarie negli ultimi decenni: gli Stati esportatori di petrolio (come Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait), i paesi che posseggono risorse energetiche e materie prime di grande rilevanza sul mercato internazionale (come Norvegia, Russia, Brasile e Venezuela) e quelli che hanno registrato avanzi nella bilancia commerciale (tra questi soprattutto Cina, Singapore e India).