Anche Mediaset si trasferisce nei Paesi Bassi…

Via libera dei soci allo spostamento in Olanda della sede legale. La residenza fiscale e l’amministrazione restano in Italia. E allora perché così tante aziende europee e internazionali, comprese quelle italiane, trasferiscono la loro sede legale ad Amsterdam?

Anche Mediaset si trasferisce ad Amsterdam …
Da sx Piersilvio e Marina Berlusconi insieme a Fedele Confalonieri

L’assemblea straordinaria di Mediaset ha approvato il trasferimento della sede legale della società in Olanda da realizzarsi mediante adozione della forma giuridica di una ‘naamloze vennootschap’ regolata dal diritto olandese e di un nuovo statuto.

Una mossa che anche il socio Vivendi aveva anticipato di avallare, dopo l’accordo con il quale la famiglia Berlusconi e il gruppo del finanziere Bolloré hanno deposto le armi dopo una lunga guerra finanziaria e legale.

A seguito del trasferimento le azioni Mediaset continueranno a essere quotate alla Borsa Italiana e la residenza fiscale di Mediaset, così come l’amministrazione centrale, rimarranno in Italia.

Gli azionisti hanno anche eletto il nuovo consiglio di amministrazione che è composto da Fedele Confalonieri (presidente), Pier Silvio Berlusconi, Marco Giordani, Gina Nieri, Niccolò Querci, Stefano Sala, Marina Berlusconi, Danilo Pellegrino, Carlo Secchi, Marina Brogi, Alessandra Piccinino, Stefania Bariatti (tratti dalla lista di maggioranza presentata dall'azionista di Fininvest) e da Giulio Gallazzi, Costanza Esclapon de Villeneuve, Raffaele Cappiello (della lista di minoranza dei fondi).

FOCUS - Perché così tante aziende trasferiscono la loro sede legale nei Paesi Bassi?

Da molti è stata soprannominata “il regno delle multinazionali”. Da diversi decenni, infatti, Amsterdam viene scelta come sede legale delle maggiori aziende di tutto il mondo. Il trasferimento avviene per due motivi precisi: pagare meno tasse e controllare più agevolmente i propri affari.

Il diritto societario olandese, rispetto a quello degli altri Paesi europei, è estremamente semplificato. A questo si aggiunge una tassazione sugli utili finanziari quasi nulla. Ciò vuol dire che le plusvalenze generate nel corso degli anni fiscali restano quasi interamente nelle tasche dei proprietari delle aziende.

Ancor di più, gli azionisti di maggioranza sono interessati a quello che potremmo definire come voto ponderato all’interno del Consiglio di amministrazione. La legislazione olandese, infatti, consente all’azionista di maggioranza relativa di avere la maggioranza assoluta in sede di CdA.

Ciò vuol dire che anche con una quota inferiore al 30% o al 20%, l’azionista di maggioranza potrà contare su un potere di voto superiore al 50%. In questo modo controllare l’azienda e far passare le proprie decisioni all’interno del Board societario è più semplice, anche senza un pacchetto azionario che sfori la soglia del 50%.

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