Grecia e Germania, un rapporto a dir poco tormentato, nell’ultimo decennio. Schäuble non c'è più, eppure si trova sempre in Germania chi non vuole allentare la morsa dei giganteschi rimborsi dovuti da Atene. Ed è qualcuno più importante, molto più importante dell’ex ministro delle finanze tedesco.
Falco tra i falchi, Schäuble finora era la figura più odiata tra gli 11 milioni di ellenici, per voler imporre una dura austerità, quando tutta la Grecia era stremata da recessione e, appunto, un debito schiacciante. Ora che è uscito di scena, a riprendere il ruolo del cattivo duro e puro non è il suo sostituto.
Anzi il socialdemocratico Olaf Sholz è assolutamente intenzionato a dare il suo assenso al piano riservato predisposto dal Meccanismo Europeo di stabilità (EMS), che prevede l’estensione dei prestiti alla Grecia per sette anni e il rinvio di 5 anni per il pagamento degli interessi per 13 miliardi di Euro. E c’è un piano francese anche più benevolo: estensione per 12 anni dei prestiti con un tasso fisso del 2%, il che equivarrebbe a un taglio secco di 18 miliardi di euro.
Ebbene, se il neo ministro Sholz è pronto ad apporre la sua firma, a indossare a sorpresa i panni del cattivo è la stessa Angela Merkel, proprio colei che nel suo precedente cancellierato, ogni volta era costretta a intervenire per ammorbidire l’intransigente Schäuble. Ora la cancelliera ha capito che il suo impegno deve esser opposto: deve cioè coprire il suo nuovo governo da destra. L’opinione pubblica tedesca è sensibilissima a quei 100 miliardi di prestito concessi alla Grecia e un cedimento su quel fronte aprirebbe un varco al suo fragile governo di coalizione, dove potrebbero irrompere i populisti di Alternative für Deutschland.