Legambiente contro la Regione Lombardia. “Usa il no alla carne sintetica per eludere gravi responsabilità sugli allevamenti intensivi”. La protesta dell’associazione ambientalista è scattata dopo il voto a maggioranza espresso dalla commissione Agricoltura del Pirellone, che nei giorni scorsi ha approvato una risoluzione contro la “produzione e immissione sul mercato di alimenti e mangimi sintetici”.
Per Legambiente, si tratta dell’ennesima puntata di quella che in Italia si configura ormai come una crociata ideologica. “La carne sintetica non esiste — sostengono gli ambientalisti —. Nessuna carne può essere realizzata per sintesi chimica; semmai, si deve parlare di carne coltivata, ovvero cellule di tessuto prelevate da un animale vivo e coltivate in un terreno nutritivo, all’interno di un bioreattore”.
Una crociata, quella contro la carne sintetica, che, sempre secondo Legambiente pare compiacere solo le maggiori corporazioni agricole, e la cui motivazione è “far parlare d’altro rispetto ai veri, grossi problemi ambientali che affliggono la Lombardia a causa dell’eccesso di allevamenti intensivi”.
Questo è il punto. Legambiente contesta alla Regione di tollerare gli allevamenti intensivi sparsi su tutto il territorio lombardo nutriti con mangimi Ogm: “Le proteine contenute nelle carni, salumi e formaggi derivano dai mangimi, ed in particolare dalla soia, mangime proteico per eccellenza. Che in massima parte è soia Ogm importata da Paesi americani, in cui si fa un uso abnorme di pesticidi rispetto a quanto concesso in Europa”.
Oltre agli impatti ambientali nei Paesi produttori di mangimi, ci sono i danni causati in Pianura Padana, dove l’allevamento intensivo è ormai la prima fonte di crisi ambientale. “In Lombardia l’agro-zootecnica genera quasi l’11 per cento delle emissioni climalteranti su base regionale, più della metà di quelle prodotte dal traffico stradale. Inquina inoltre le acque, non solo con i pesticidi e gli antibiotici dagli allevamenti, ma anche con i nitrati che si originano dalla decomposizione delle decine di milioni di tonnellate di liquami zootecnici che vengono sparsi nei campi lombardi. Ancora peggiore è la situazione delle emissioni in atmosfera”.