Vuoi vedere che alla fine lo scapigliato Boris Johnson aveva ragione? O meglio, che i suoi autorevoli consulenti hanno ragione in merito alla immunità di gregge?
In tanti sono saltati sulla sedia (compreso chi scrive questo articolo) quando il premier britannico aveva brutalmente detto di puntare all’immunità di gregge e sadicamente spiegato che ci sarebbero state numerose vittime.
Ma alla fine è stato forse più un problema di comunicazione politica che scientifica. Mi spiego. Uno studio dell’Imperial College mette in evidenza cosa potrebbe accadere dopo aver raggiunto il fatidico picco. Si tratta di un andamento (leggermente decrescente) fatto di altri continui picchi.
Il che ci riporta all’immunità di gregge. In assenza di un vaccino, la pandemia sarà probabilmente superata quando la maggior parte della popolazione sarà stata ‘colpita’, così da poter sviluppare gli anticorpi necessari. Di fatto, quello che anche in Italia stiamo facendo è diluire nel tempo I contagi per evitare di mandare al collasso il sistema sanitario.
In questo senso, cio’ che differenzia davvero il nostro approccio da quello inizialmente adottato da Johnson è la velocità di diffusione, nel senso che senza adottare alcuna misura di limitazione del contagio (come appunto suggerito dal premier britannico) il numero delle vittime sale in modo vertiginoso.
Cosa significa tradotto in termini più concreti? Che per almeno un anno saremmo costretti a continuare a utilizzare stringenti regole igieniche e sociali in modo permanente.