Sono due virologi ormai ben noti al grande pubblico. Ed entrambi sollevano molti dubbi sulla scelta del governo di riaprire il paese a partire dal 26 aprile.
“Purtroppo l’Italia è ostaggio di interessi politici di breve termine, che pur di allentare le misure finiranno per rimandare la ripresa economica – spiega a La Stampa Andrea Crisanti -. Da settimane viaggiamo tra i 15 e i 20 mila casi al giorno: un plateau altissimo, che non consente di progettare riaperture. La decisione è stata presa e il governo se ne assumerà la responsabilità. L’unica sarebbe potenziare la vaccinazione, ma tra forniture, disorganizzazione e diffidenza verso AstraZeneca pare difficile superare quota 350 mila.”
“Sento parlare di rischio calcolato, ma come? Di calcolato vedo ben poco e il vero rischio è giocarci l’estate – aggiunge Crisanti -. Allora diciamolo chiaramente: la scommessa è riaprire ora per vedere se a giugno dobbiamo richiudere tutto. Riaprire ad aprile è una stupidaggine epocale.”
Ci va giù pesante anche Massimo Galli. “Se devo essere franco non avrei pensato che la linea di Salvini prevalesse così velocemente – commenta Galli -. Ma sono in profondo disaccordo con tutta la strategia adottata dall’Italia. Mi duole dirlo, perché su Mario Draghi, come milioni di italiani, riponevo molte aspettative, ma sulla pandemia non ne ha azzeccata ancora una.”