Il fisico teorico italiano Giorgio Parisi, 73 anni, ha vinto il Premio Nobel “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”. Il professore emerito della Sapienza è stato insignito del premio insieme con Syukuri Manabe e Klaus Hasselmann.
A gennaio è stato tra i firmatari dell’appello di un gruppo di scienziati insieme con il presidente del Cnr Massimo Inguscio per denunciare come nella discussione politica “la ricerca fosse uscita dai radar del Recovery Fund”.
Metà del Nobel è stata assegnata in quote di un quarto ciascuno al meteorologo e climatologo giapponese, 90 anni, e all’oceanografo e modellatore climatico tedesco, 89 anni, per “la modellazione fisica del clima della Terra, che ne quantifica la variabilità e prevede in modo affidabile il riscaldamento globale”.
Giorgio Parisi è il sesto vincitore italiano del Nobel per la Fisica, dopo Guglielmo Marconi (1909), Enrico Fermi (1938), Emilio Gino Segrè (1959), Carlo Rubbia (1984), e Riccardo Giacconi (2002).