Il 29 dicembre è mancato Francesco Daveri. Un male terribile lo ha sopraffatto in pochi mesi. Qualche settimana dopo la diagnosi impietosa, aveva detto a mia moglie: “E pensare che io mi sono sempre considerato fortunato”. Ma non era fortuna, la sua. Francesco aveva una straordinaria capacità: quella di trovare qualcosa di positivo in tutto quello che lo circondava e che gli accadeva. La sua filosofia era quella del “portare qualcosa a casa”, fosse il messaggio di un paper a una conferenza o una battuta brillante o semplicemente il tono di voce di qualcuno che aveva incontrato. Riusciva sempre ad arricchirsi e a rendere migliore la sua giornata e quella di chi gli stava accanto.
Francesco aveva due grandi passioni professionali. La prima era l’insegnamento. Negli ultimi anni era il Direttore dell’Mba della Sda Bocconi. Francesco aveva contribuito a innalzarne i ranking a livelli di assoluta eccellenza, ma la sua soddisfazione più grande derivava dallo stare a contatto con gli studenti, aiutarli a superare le difficoltà, creare un senso di comunità. L’altra grande passione di Francesco era la divulgazione economica. Quando Tito Boeri è diventato Presidente dell’Inps, era ovvio a tutti noi che Francesco fosse l’unica scelta possibile per subentrargli come coordinatore de lavoce.info, un sito che lui aveva contribuito a creare. Nessun altro aveva la stessa passione per il commento dell’attualità economica e la capacità di coordinare e motivare i membri della redazione. Ricordo la sua pazienza nelle riunioni e la capacità di mediare tra opinioni diverse degli altri redattori. lavoce è cresciuta grazie a lui e al suo impegno. Francesco era anche lungimirante e quando aveva capito che era ora per lui di passare la mano aveva identificato in Alessandra Casarico la sua erede. La sua attività di divulgatore non si limitava a lavoce. Francesco era anche un apprezzato commentatore economico per il Corriere della Sera e un opinionista di molti programmi televisivi di economia. Bene informato, pacato, capace di spiegare concetti anche complessi in modo semplice e chiaro, era ricercatissimo e sempre disponibile.
Francesco era l’incarnazione delle virtù della leggerezza. La dimostrazione che per essere seri non occorre essere pesanti, che l’ironia può essere il modo migliore per rispondere a un’aggressione verbale o a un insulto, che un ego ingombrante è la cosa più penosa che si possa avere. Amava le sfumature, i dettagli, le osservazioni che a volte sembravano laterali. Francesco era una ventata di ottimismo e buon umore per chiunque gli fosse accanto. Ricordo la felicità dei miei figli quando dicevo che sarebbe venuto a casa nostra. Un suo grande amico sin dagli anni della scuola era Marco Santin, uno dei tre della Gialappa’s Band, e quando sentivi parlare Francesco capivi che avrebbe potuto esserci anche lui a condurre Bar Sport a Radio Popolare negli anni ’80. Invece, per nostra fortuna, decise di fare la Bocconi. Ci sentivamo cinque, sei volte al giorno per commentare una notizia, una frase, un piccolo evento. Quasi sempre aspetti minimi, quelli di cui è piena la vita di tutti noi. Mi mancherà, Francesco. Mancherà a tutti i suoi numerosi amici. Ci mancherà il suo sorriso, la sua ironia, la sua voglia di vivere. Ma mancherà soprattutto a Patrizia, che lo ha accompagnato anche in quest’ultima, estrema prova con un amore e un coraggio indescrivibili. Ciao Francesco. Che la terra ti sia lieve.