“Un milione è un numero terribile”, ha dichiarato nei giorni scorsi il direttore esecutivo del programma emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità, Michael Ryan, stimando un raddoppio “molto probabile” in assenza di un’azione globale.
Stati Uniti, Brasile, India e Messico i paesi più colpiti in termini assoluti: insieme hanno la metà delle vittime. E con una curva che ricomincia a risalire in Europa, Medio Oriente e Asia, Le prospettive sono fosche rafforzando i timori di una seconda ondata.
Per quanto riguarda il Vecchio Continente, la situazione è in forte peggioramento in Spagna (primo Stato per contagi in Europa), Regno Unito e Francia. Nel paese transalpino il lockdown non è più tabù. Pochi medici e posti insufficienti in terapia intensiva: ecco perché a Parigi la seconda ondata fa paura.
Così a colpi di record, con una media di nuovi contagi compresa tra i 12 e 16 mila quotidiani, le terapie intensive si riempiono, e il governo si ritrova costretto a mettere in conto possibili lockdown locali. La Francia rischia di diventare il malato d’Europa.
Ma com’è possibile che un Paese del G7, potenza nucleare, uno Stato con una delle spese pubbliche più alte d’Occidente, governato non da un populista come Donald Trump o Boris Johnson, non sia riuscito a gestire in modo più efficace la pandemia?