Capitombolo mediatico per il governatore ligure Toti che propone di tenere a casa gli anziani. I pensionati, scrive su Twitter, “non sono indispensabili allo sforzo produttivo del paese”, ma vanno tutelati. Seguono prima una goffa correzione, infine le scuse. Ma le parole con cui il concetto viene espresso sono maldestre.
Imperdonabile per un politico (peraltro anche giornalista) non solo per il modo in cui si è espresso. C’è un fatto di forma e di sostanza, messo ben in evidenza dallo scienziato Enrico Bucci.
“Supponiamo di avere una bacchetta magica, e di mettere al sicuro tutti gli anziani – spiega Bucci -. La percentuale di ricoveri in questa fascia di età vale forse il 50% dei casi totali di ospedalizzazione, come risulta evidente dai dati sia negli Stati Uniti (maggiori di 65 anni sono meno del 40%) che in Italia (età mediana dei ricoverati nella prima ondata 65 anni, oggi forse anche di meno)”.
Ora, “noi abbiamo un tempo di raddoppio degli ospedalizzati che oscilla fra 5 e 10 giorni, secondo la regione considerata – aggiunge -. Anche se dimezzassimo il bacino dei suscettibili, mettendo selettivamente al sicuro gli anziani, ma lasciando ‘liberi’ gli altri, avremmo un serbatoio di suscettibili ancora ben più vasto di quello che serve al virus per duplicare gli attuali ricoverati, e per duplicare ancora nel periodo di raddoppio successivo mandando in tilt gli ospedali; senza contare che nessun effetto di isolamento di una parte della popolazione è istantaneo”. Di converso, “più la fascia che isoliamo è grande, più si avrà un effetto di rimbalzo quando la libereremo” (perché il virus non sparirà).
Dunque, Bucci è chiaro: “O applichiamo misure che hanno effetto sul numero di contatti efficaci nel propagare il virus di tutti i cittadini (cioè diminuiamo la probabilità media di trasmissione del virus in modo uniforme), oppure non c’è verso di ottenere effetti utili”.
Qualcuno lo spieghi a Toti.