Si riuniscono a porte chiuse e decidono le sorti dei nostri mari in spregio ai rapporti scientifici. Sono i ministri della pesca dell'Unione europea, che da anni fissano i quantitativi consentiti di pesca per ogni specie ittica (Tac, Total allowable catch) ben al di sopra dei limiti consigliati dagli esperti.
Gli scienziati dell’Ices, Consiglio internazionale dell'esplorazione dei mari, ogni anno fissano i limiti di quantità pescabile il cui superamento potrebbe compromettere gli equilibri dell'ecosistema marino. Dati di cui i responsabili politici dell'Unione si disinteressano. Nel 2017, per quanto riguarda l'Atlantico, questi limiti Ices sono stati superati dell'8%. Gli ultimi negoziati relativi al 2018 hanno autorizzato un incremento anche maggiore, del 9%. In termini concreti, su 124 Tac, 57 consentono uno sforamento rispetto al parere scientifico, per un “extra pescabile” monstre: 200 mila tonnellate.
Non esiste un report ufficiale delle riunioni dei ministri. Per il 2018 è possibile ricostruire la tabella finale con le quantità “in eccesso” ammesse per Stato. E di qui è facile stilare la lista dei “colpevoli”. In ordine crescente, Olanda e Danimarca sforano i tetti consigliati di 22 mila tonnellate circa ciascuno; Irlanda 31 mila e, gran vincitore di questa classifica di saccheggiatori dei mari, il Regno Unito, con quasi 80 mila tonnellate in più di quanto consigliato per un minimo di rispetto dell'Atlantico.