La Gran Bretagna è il primo paese al mondo ad aver approvato l’uso del vaccino anti-coronavirus prodotto da Pfizer-BioNTech che sarà disponibile nel Paese a partire dalla prossima settimana. Il governo britannico ha già ordinato 40 milioni di dosi, sufficienti per vaccinare 20 milioni di persone, con due iniezioni ciascuna.
Tuttavia, “l’Ema considera che l’autorizzazione condizionata sia il meccanismo più appropriato in questa emergenza pandemica”. È dunque fredda la reazione delle istituzioni europee di fronte alla scelta del Regno Unito. La Gran Bretagna fino al 31 dicembre è ancora un Paese membro dell’Unione e per questo ricade sotto la competenza dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco chiamata a dare il via libera alla commercializzazione dei vaccini nella Ue. Ogni Paese può però bypassare gli esami degli esperti europei e procedere con un’autorizzazione d’emergenza nazionale. Scelta però sconsigliata dall’Ema stessa.
Oltre a un controllo scrupoloso dei dati inviati dalle case farmaceutiche sulla sperimentazione, c’è una ragione mediatica. Bruciare le tappe non rassicura i cittadini e il successo delle campagne di vaccinazione dipende proprio da quante persone accetteranno di farsi inoculare il rimedio. Ecco allora che la scelta di battere sul tempo l’Europa era forse tesa a dimostrare che fuori dall’Unione la vita è migliore. Tanto che i britannici saranno i primi europei ad avere il vaccino.