Sono già trecentomila le famiglie che hanno lasciato la metropoli. La “fuga da New York” non è un mito inventato da Donald Trump. Il dato più attendibile sull’esodo dei residenti viene da una fonte ufficiale: le Poste, che registrano i cambi di residenza per consegnare la corrispondenza. È in questo modo che si è arrivati alla cifra di 300 mila nuclei familiari.
Emergenza Covid, criminalità in aumento e servizi non più all’altezza dei costi abitativi. È un esodo interclassista: i flussi in uscita includono i ricchi e i ceti mediobassi che si spostano verso il New Jersey dove tutto è meno caro.
Allo stesso tempo, a causa della pandemia, una ripresa completa del turismo nella città di New York potrebbe arrivare solo nel 2025. È lo scenario che emerge da un rapporto di NYC&Company, l’Ente che si occupa della promozione turistica della Grande Mela.
Un dato poco confortante per una città tra le destinazioni più popolari al mondo. Il settore del turismo, infatti, è uno dei pilastri fondamentali dell’economia newyorkese: con oltre 66 milioni e mezzo di presenza nel 2019 ha generato introiti per 70 miliardi di dollari e creato 400 mila posti di lavoro. Attualmente, le presenze turistiche sono calate del 66% rispetto all’anno scorso.
Il risultato? New York si trova ora con un tasso di disoccupazione che supera il 14%, oltre il doppio della media nazionale.