Negli Stati Uniti la donazione di ovuli e sperma è poco regolamentata, e nessuno sa quanti bambini siano stati concepiti in questo modo. Inoltre la società cambia. La maggioranza delle persone che si rivolgono alle banche del seme è composta da partner omosessuali e donne single.
Inquadrare la procreazione significa affrontare complicate questioni etiche su chi può essere genitore e su chi può nascere. Ma già da tempo sarebbe necessario un minimo di regole, se non altro perché le cliniche stanno prendendo alcune decisioni da sole: per esempio, alcuni centri accettano sperma solo da donatori di una certa altezza e dotati di un’istruzione universitaria.
Il più evidente vuoto legislativo riguarda il limite del numero di bambini che un donatore, per quanto alto e intelligente, possa aiutare a far nascere. Gli Stati Uniti sono uno dei pochi paesi a non fissare limiti (il Regno Unito prevede che ogni donatore possa creare al massimo dieci famiglie). Molte cliniche decidono autonomamente dove fermarsi. In mancanza di leggi, i limiti autoimposti possono essere aggirati.
Oltre alle preoccupazioni per la salute, c’è un’altra ragione per voler limitare la fecondità di un donatore. I figli di donatori di ovuli e sperma, come quelli adottati, spesso vogliono conoscere i genitori naturali. Ma è difficile creare delle relazioni forti quando ci sono in ballo tanti bambini.
Un’altra questione è quella dell’anonimato. La maggior parte delle cliniche della fertilità negli Stati Uniti offre ai donatori l’opzione di rimanere anonimi finché il figlio compie diciott’anni, o per sempre. Poiché il benessere psicologico dei figli di donatori, come di quelli adottati, migliora quando vengono a sapere da dove vengono, si tende a vietare l’anonimato. Ma se si toglie l’anonimato, il numero di donatori cala. La clausola dell’anonimato è una delle ragioni per cui gli Stati Uniti oggi sono esportatori di sperma.
Molti osservatori vorrebbero anche una legge che chieda alle cliniche maggiore sorveglianza sulla salute dei donatori. Nel 2014 si è scoperto che un donatore molto prolifico, che aveva fatto nascere un numero incredibile di bambini negli Stati Uniti e in almeno altri due paesi, si faceva passare per un neuroscienziato poliglotta dall’elevato quoziente intellettivo e una salute perfetta. Ma mentiva: non aveva terminato l’università, aveva precedenti penali e vari problemi di salute. Sono state intentate numerose cause contro la clinica della Georgia che aveva venduto il suo sperma senza aver controllato i risultati dei suoi esami medici e i suoi precedenti con la giustizia. Molte di queste azioni legali sono fallite perché la clinica non aveva infranto alcuna legge.
Il che ci riporta all’incolmato vuoto legislativo.