I risultati delle elezioni italiane hanno decretato due grandi vincitori ma non una compagine politica in grado di governare: il Movimento Cinque Stelle si è affermato come primo partito, raccogliendo il consenso di quasi un terzo degli elettori; la Lega di Matteo Salvini ha preso il 17,4% dei voti (quadruplicando il risultato ottenuto nel 2013, ndr). I due partiti euroscettici insieme hanno raccolto quasi il 50% dei consensi ma al momento una loro possibile alleanza per governare appare solo come un’ipotesi aritmetica.
Il voto di domenica 4 marzo ha decretato soprattutto la sconfitta del Partito Democratico e le politiche degli ultimi tre governi della passata legislatura che sono state all’insegna dell’europeismo e hanno attuato politiche economiche in linea con i desiderata dell’Ue, dall’innalzamento dell’età pensionabile alla riforma del mercato del lavoro.
Nonostante l’affermazione di partiti esplicitamente anti-establishment e euroscettici in Italia, lunedì mattina il cambio euro-dollaro è rimasto stabile a 1,2208: segno che la valuta sembra non aver subito uno scossone ora che si è aperto un largo fronte di incertezza politica nella terza più grande economia dell’eurozona.
L’unico risultato certo, a urne chiuse, è che nessun partito o coalizione ha raggiunto il 40 per cento di cui aveva bisogno per governare e dunque la diciottesima legislatura si apre con “Parlamento appeso” che ora dovrà eleggere i presidenti di Camera e Senato. Nel frattempo la Francia a guida Macron e la Germania della neonata “grosse koalition” vedranno l’evolversi della situazione in Italia per capire quale tipo di governo uscirà fuori nelle prossime settimane. Ma occorre prima eleggere le nuove presidenze di Camera e Senato. A quel punto le strategie dovrebbero essere più chiare.