Il quintetto tra il 2011 e il 2013 era riuscito a far erogare un credito di 2 miliardi di dollari al Mozambico, per la realizzazione di alcune infrastrutture marittime, in particolare per la pesca al tonno: ma già da tempo un’inchiesta di “Le Monde” aveva svelato che il tonno era una copertura per nascondere l'acquisto di navi militari.
Dai 2 miliardi erano stati trattenuti 200 milioni in tangenti, finiti nelle tasche dei 5 arrestati. Credit Suisse e il gruppo bancario russo, VTB, sono stati i due istituti erogatori del credito.
La Banca svizzera si dichiara estranea ai fatti e sottolinea in una nota di “non essere oggetto di alcuna azione giudiziaria. I tre hanno aggirato i controlli interni dell’istituto di credito per nascondere la frode".
Fatto sta che non appena lo scandalo è saltato fuori, tre società statali mozambicane, create ad hoc per portare a termine l’illecito finanziario, sono fallite aggravando la crisi economica del Mozambico, la più grave dall'indipendenza (1975). Tra i vari indicatori, quello relativo al rapporto debito/Pil è pari al 113%, il più alto tra i paesi africani.