I guai di Credit Suisse vengono al pettine: scosso dal crollo della società britannica Greensill e dai guai del fondo statunitense Archegos, l’istituto elvetico taglierà il suo dividendo proposto per il 2020 e i bonus dei suoi dirigenti, oltre a sospendere qualsiasi piano di riacquisto di titoli per proteggere il suo patrimonio.
A renderlo noto è stata la stessa banca svizzera, che ha aggiornato il conto della vicenda di Archegos Capital Management, finito gambe all’aria per avere concentrato scommesse miliardarie su alcuni titoli attraverso un castello di carte che si è sgretolato in poco tempo. L’impatto sui conti del Credit Suisse è stato pari a 4,4 miliardi di franchi svizzeri (4,69 miliardi di dollari).
Nel frattempo sono saltate alcune teste. Due alti dirigenti della banca, Brian Chin, il capo dell’investment banking, e Lara Warner, il chief risk officer per le questioni di compliance, si dimetteranno, ha aggiunto il Credit Suisse.
L’amministratore delegato, Thomas Gottstein, ha promesso che trarrà “lezioni serie” dopo che la perdita di Archegos e il crollo di Greensill il mese scorso hanno fatto deragliare i suoi sforzi per superare un 2020 difficile. “Riconosco che questi casi hanno causato notevole preoccupazione tra tutti i nostri stakeholder”, ha detto Gottstein la cui posizione è diventata traballante a seguito del calo azionario della banca.
Anche il presidente Urs Rohner è finito nel mirino. E ha deciso di mettere sul piatto la rinuncia al suo compenso da 1,5 milioni di franchi per il 2020.