Il Gruppo di azione finanziaria internazionale (Gafi) ha recentemente annunciato di aver aggiunto il Principato di Monaco alla ‘lista grigia’ di Paesi soggetti ora a un maggiore monitoraggio.
Pochi mesi prima, a inizio gennaio 2023, l’organismo di lotta contro il riciclaggio di capitali del Consiglio d’Europa, il Moneyval, aveva incoraggiato il Principato di Monaco a potenziare ulteriormente le misure per combattere il riciclaggio di capitali e il finanziamento del terrorismo.
Il Principato aveva risposto con una legge che ha aumentato la trasparenza finanziaria e societaria; ma un anno e mezzo dopo la raccomandazione del comitato internazionale, i tentativi del Principato di rendersi più trasparente non apparivano ancora sufficienti.
E così, nel corso di una riunione plenaria tenutasi a Singapore, il 28 giugno, il Gafi ha inserito Monaco nella lista grigia, dove sono inseriti gli Stati, come il Venezuela, che evidenziano carenze strategiche nel contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Il contraccolpo economico per il Principato è a questo punto quasi certo. I maggiori controlli normativi ai quali sarà soggetto potrebbero far fuggire un certo numero di investitori, quelli cioè che operano nei principali settori di attività a rischio riciclaggio di Monaco.
In questa storia gioca un ruolo anche l’Italia che, nella relazione di Moneyval, veniva identificata insieme alla Francia come il punto di partenza dei flussi di denaro sporco che approdano nel Principato (a seguire Russia e Belgio).