La settimana sui mercati riparte appesantita dal riaccendersi dello scontro tra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale. Pechino, venerdì scorso, ha annunciato nuovi dazi su 75 mld di dollari di prodotti Usa. A stretto giro Washington ha risposto con un nuovo rialzo delle tariffe sui beni cinesi e, dal G7 di Biarritz, Donald Trump ha anche ipotizzato la possibilità di ordinare alle imprese statunitensi di ritirarsi dal territorio cinese.
Le Borse europee ripartono tutte in calo anche se nel corso della giornata hanno poi recuperato. In Asia i listini hanno vissuto una seduta in flessione con il Nikkei che ha concluso gli scambi con un pesante -2,17%. Intanto a patire lo scontro commerciale è anche lo yuan, scivolato ai minimi da 11 anni. Il renminbi onshore, il cui tasso di cambio è definito dalla Banca centrale cinese, oggi è a 7,0570 dollari, mentre l'offshore ha raggiunto i 7,15, punto più basso dal 2008 ad oggi.
Per decisione del Governo centrale di Pechino il Renminbi, pur essendo un’unica moneta, viene negoziata a due diversi tassi di cambio, in base al luogo di contrattazione: quotazione “onshore” valida per le transazioni interne al Paese; quotazione “offshore” utilizzata per le transazioni esterne al Paese.