Le borse mondiali tornano in rosso per il timore dell’impatto del coronavirus sull’economia, mentre l’Fmi, i governi e le banche centrali varano o studiano i provvedimenti da prendere per contenere gli effetti.
Mercoledì scorso Wall Street si era ripresa, da una parte per la vittoria di Biden nel SupeTuesday (che ha di fatto scongiurato la possibilità della nomination democratica al socialista Sanders) e dall’altra per le notizie incoraggianti sul rallentamento del contagio in Cina e le iniziative prese nei paesi più colpiti.
Poi la percezione si è invertita di nuovo, in seguito all’aumento dei casi negli Usa. La Borsa di Milano ha perso l’1,78%, in linea con le altre piazze europee, mentre l’indice Dow Jones di Wall Street è tornato a bruciare il 3,58% del suo valore.
Eppure martedì la Federal Reserve ha deciso un taglio d’emergenza dei tassi, seguita il giorno dopo dal Canada. E il Congresso degli Usa ha stanziato 8,3 miliardi di dollari per contenere la malattia. Queste misure non hanno però rasserenato i mercati.
L’Fmi ha intanto varato aiuti per 50 miliardi di dollari per i paesi più colpiti, ma ha avvertito che l’epidemia ha già spinto la crescita globale sotto ai valori dell’anno scorso.