Alcuni si ricordano di quando lo speculatore George Soros, nel settembre del 1992, estromise la sterlina britannica dal sistema monetario europeo, umiliando la Banca d’Inghilterra. Il grande pubblico scoprì allora gli hedge fund, quei fondi speculativi più forti delle banche centrali e dei governi.
Trent’anni dopo la ruota sembra aver girato. La scorsa settimana il gruppo newyorchese Melvin Capital ha subìto gravi perdite sui mercati a causa delle azioni dell’azienda Gamestop. A farlo capitolare è stato un gruppo di piccoli investitori che da quando è scoppiata la pandemia si sono messi a giocare a Wall Street. Il passaparola è avvenuto sui social media e ha fatto salire in modo esponenziale il valore azionario di Gamestop, rovinando Melvin Capital.
Gamestop è in pratica un marchio di videogiochi statunitense. L’azienda è in seria difficoltà, perché i clienti preferiscono i giochi online. Il risultato è che le sue azioni valevano, a marzo del 2020, solo 2,57 dollari. Scommettendo su un deterioramento della sua salute finanziaria, alcuni hedge fund, tra cui Melvin Capital, hanno venduto allo scoperto, cioè senza possedere davvero le azioni, ma confidando di poterle acquistare a un prezzo minore in seguito.
Solo che i piccoli investitori hanno fatto la scommessa opposta e si sono gettati a capofitto sulle azioni. Gamestop è cresciuta di quasi il 20% lunedì 25 gennaio, è raddoppiata martedì 26, e ha visto il suo valore moltiplicarsi ulteriormente per 2,35 mercoledì 27, arrivando a un valore di 347,51 dollari in chiusura. L’azienda valeva a quel punto 10,3 miliardi di dollari, l’equivalente della Renault. Un’impennata irresistibile e, al tempo stesso, irrazionale.
Tutto ciò dimstra innazitutto che le regole del gioco sono un po’ cambiate: dopo la scomparsa delle commissioni per le transazioni, giocare in borsa non costa più niente. Questi piccoli investitori sono riusciti là dove avevano fallito i militanti di ‘Occupy Wall Street’ dopo la crisi del 2009: fare inceppare il sistema.
Intanto, l’onda anomala non si ferma. Anche perché lo tsunami non è finito. I piccoli investitori ‘ribelli’ di Wall Street ora puntano al mercato dei metalli preziosi. Tra giovedì e venerdì scorsi l’argento ha messo a segno un rialzo di circa il 15%. E nelle chat di Reddit, uno dei social media più utilizzati negli Usa, già viaggia il nuovo obiettivo: argento a 75 dollari l’oncia entro la fine di aprile. C’è chi dice che potrebbe succedere davvero.