Ancora un taglio. Con la prospettiva concreta di continuare rapidamente su questa rotta. Il Consiglio direttivo Bce ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base, come da attese, il costo del credito a breve termine. I tassi sui depositi presso la banca centrale solo quindi scesi al 3%, quelli di riferimento al 3,15% e quelli sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 3,40%.
La Bce ritocca le sue stime d’inflazione, portandole al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e mantenendo l’1,9% per il 2026.
Un quadro che porta la Bce a dichiarare - in una nota - che “il processo disinflazionistico è ben avviato” e ad abbandonare la formula, adottata fino a ottobre, secondo cui “manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi”. Non c’è l’orientamento - auspicato da alcuni - sulle prossime mosse, dove la Bce continuerà con “un approccio guidato dai dati”.
Riviste, inoltre, nuovamente al ribasso le stime sul Pil, con una nuova sforbiciata rispetto alle previsioni di settembre: la crescita si fermerà allo 0,7% nel 2024, a 1,1% nel 2025 e all’1,4% nel 2026.