Nel pieno dello scontro tra Ankara e Parigi (Erdogan ha detto: “Faccio un appello alla nazione: non comprate più prodotti francesi”), non si arresta in Turchia il crollo della lira, sullo sfondo delle forti tensioni con la Francia che si aggiungono a quelle con altri alleati Nato, dagli Stati Uniti alla Grecia.
La valuta di Ankara ha toccato lunedì nuovi record negativi contro le principali divise internazionali, superando la soglia psicologica delle 8 lire contro il dollaro Usa. Nuovi minimi si registrano anche rispetto all’euro, scavalcando anche in questo caso per la prima volta lo scoglio simbolico delle 9,5 lire.
Secondo gli analisti, il calo è anche conseguenza della decisione presa la scorsa settimana dalla Banca centrale turca di mantenere invariati i tassi di interesse al 10,25%, che a settembre erano invece stati aumentati per la prima volta in due anni. Dopo aver raggiunto nel 2018 il 24%, i tassi erano scesi su esplicita spinta del presidente Recep Tayyip Erdogan, che li ha definiti “la madre e il padre di tutti i mali”.