Deutsche Bank, la maggiore banca tedesca, taglierà oltre 7 mila posti di lavoro e ridurrà drasticamente le sue attività di investment banking. Cerca in questo modo di tirarsi fuori dal guado dopo anni di perdite.
Il numero di dipendenti full-time passa da 97 a 90 mila. È la prima grande decisione del nuovo amministratore delegato, Christian Sewing, che inaspettatamente ha sostituito John Cryan all'inizio di aprile.
L’annuncio giunge nel giorno dell'assemblea annuale di Deutsche a Francoforte, dove il management sa di dover fronteggiare azionisti delusi, profondamente delusi, dalle performance azionarie della banca, dall’andamento del rapporto costi/ricavi e dal turbolento cambio al vertice.
L'ex ceo Cryan è stato sostituito dopo essere stato sottoposto a crescenti pressioni da parte dei principali azionisti e dal presidente del Consiglio di sorveglianza, Paul Achleitner. L’accusa rivolta al top manager britannico è di non esser riuscito a riportare in pista il gigante finanziario dopo aver segnato nel 2017 il terzo anno consecutivo di perdite, quando il rosso ha raggiunto i 735 mln di euro.
L’idea del nuovo ceo è di tornare a concentrarsi su retail banking e gestione patrimoniale, giudicate attività più stabili rispetto all’investment banking e, in particolare, al trading azionario. L’altra decisione è di focalizzarsi sul mercato europeo, riducendo la presenza in Asia e Stati Uniti.
Nonostante sia stato proprio Achleitner, seppur stimolato dagli azionisti, a favorire il cambio di leadership, potrebbe essere lui il prossimo ad entrare nel mirino. La colpa sarebbe quella di aver assistito, immobile, ad anni di gestione in perdita.