Sarà lui, Christian Sewing, nominato ceo da appena tre settimane, a decidere le sorti del più grande prestatore della Germania, ormai a un passo dall’abisso. Sewing non può fallire, ha una sola possibilità di rimettere in piedi il gigante finanziario agitato.
Tanto per cominciare ha preso una decisione che qualcuno prima di lui avrebbe dovuto mettere in atto molto tempo fa: lasciare gli Stati Uniti e concentrarsi su Germania e Europa. Proprio come Volkswagen che probabilmente non venderà mai più un’auto diesel negli Usa, Deutsche Bank saluterà i clienti americani.
Si tratta di un atto quasi rivoluzionario alla luce del recente passato della banca, dominato dall’idea di andare alla ricerca di grandi clienti globali. In questa logica ha farne le spese sono state le Pmi tedesche, che erano considerate troppo piccole e poco redditizie. Il risultato è stato che quando le imprese tedesche hanno avuto bisogno di finanziamenti non hanno più bussato alla porta di Deutsche. E questo è stato il punto di non ritorno.
Con l’arrivo di Sewing l’attenzione torna a concentrarsi sul Vecchio continente, ma non sarà un percorso a ritroso facile. Le casse di risparmio, come la cooperativa Volksbanken und Raiffeisenbanken, hanno forti radici regionali. Commerzbank, la seconda banca privata della Germania, si è ritagliata una fetta di clienti nel mondo delle Pmi. Sarà un impegno arduo per il nuovo ceo, anche se conosce il mercato interno come il palmo della sua mano dopo aver speso 26 anni nella banca, cominciando nella filiale di Bielefeld.
La Deutsche Bank ha anche un altro problema: costa troppo rispetto ai profitti che produce. Nel 2020 la banca compirà 150 anni. A quel punto si dovrà vedere la luce alla fine del tunnel o, altrimenti, non ci sarà più nulla da fare.