Nei supermercati della catena britannica Morrison da oggi (22 febbraio) è in vigore un limite agli acquisti: si potranno al massimo prendere due pomodori, due cetrioli, due peperoni e due cespi di insalata per queste tipologie di verdure. Va un po’ meglio nei negozi Asda, la terza catena del Regno Unito, ogni cliente può ora comprare solo tre pomodori, tre peperoni, tre cetrioli, tre cespi di insalata, tre broccoli, tre cavolfiori e tre lamponi. Sì, avete letto bene: tre lamponi.
Una specie di tempesta perfetta si sta abbattendo sul Regno Unito dove diversi supermarket britannici hanno iniziato a razionare frutta e verdura. Il settore distributivo britannico ha accusato il colpo dei modesti raccolti in Spagna e Nord Africa, dove la recente ondata di freddo ha messo in crisi i raccolti.
C’è poi l’inflazione e, in particolare, gli alti costi energetici – che hanno limitato l’uso di serre – e dei fertilizzanti, sempre a causa della guerra. Ma questi sono fattori che accomunano anche gli altri principali paesi europei dove, tuttavia, non si registrano scene di scaffali vuoti nei supermercati. Certo, nazioni come Italia, Francia e Spagna possono contare di una produzione domestica più ampia rispetto al Regno Unito. Ma anche aggiungendo questo fattore il cerchio (britannico) non si chiude.
E allora cosa manca? L’uscita dall’Ue, la famigerata ‘Brexit’, è un altro fattore da aggiungere, tra costi supplementari e ritardi delle consegne provocati dall’uscita dal mercato unico europeo e dai controlli alle frontiere. Infine, come ricorda Bloomberg, il settore agroalimentare in Gran Bretagna è messo in difficoltà dai posti di lavoro vacanti, tanto che l’economia britannica ha bisogno di circa 1,2 milioni di lavoratori. Al momento, introvabili.