Soltanto lo 0,5% dei fondi commercializzati come sostenibili in Europa soddisfa i criteri per ottenere l’Ecolabel. Si tratta dello strumento che l’Unione europea vuole utilizzare per aiutare gli investitori e i risparmiatori a comprendere quali siano i prodotti finanziari trasparenti e rispettosi di ambiente e diritti. A spiegarlo è uno studio dell’Esma, l’autorità europea che si occupa di regolamentare i mercati.
L’organismo comunitario ha tentato di applicare il “bollino” a tremila fondi d’investimento che, appunto, si presentano come sostenibili. Ovvero quelli classificati ‘articolo 8’ (light green; promuovono caratteristiche ambientali e sociali, ma collocano denaro anche in attività di altro tipo) e ‘articolo 9’ (dark green; i più verdi). Ciò secondo gli standard stabiliti dal regolamento Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR).
Il risultato è sconfortante: la quasi totalità non risponde agli standard richiesti in materia di criteri ESG (ambientali, sociali e di governance).Fine modulo In termini assoluti, sono 26 i fondi d’investimento che rispettano quanto richiesto dall’Ecolabel (ovvero il ‘tasso di sostenibilità green’ pari ad almeno il 50%). Nello specifico, si tratta di dieci fondi ‘articolo 8’ e di 16 fondi ‘articolo 9’.
Non si tratta, tuttavia, del solo criterio preso in considerazione dall’Esma per poter ottenere l’Ecolabel europeo. Ad essere applicate sono infatti anche alcune metriche di esclusione specifiche. Che prendono in considerazione quando indicato dalla tassonomia europea delle attività economiche considerate sostenibili.
In generale, lo studio dell’autorità europea indica che ben il 73% dei fondi studiati presenta un’esposizione nei confronti delle fonti fossili. Il che impedisce già di per sé l’accesso al bollino.