Banche europee ancora nella bufera. Aumentano i dubbi sulla tenuta del sistema, che si trova a fare i conti con i riscatti dei depositi, favoriti anche dai bond statali, che ormai garantiscono rendimenti significativi.
Ad aumentare le turbolenze è giunto lo sgambetto di due banche tedesche, che hanno annunciato di non rimborsare i titoli At1. Normalmente le banche, anche se non sono obbligate, tendono a ricomprare questi titoli perpetui dopo circa 5 anni per evitare di riconoscere ai detentori dei rendimenti più elevati rispetto a quelli iniziali. Le attuali condizioni di mercato, tuttavia, renderebbero molto costoso per gli istituti emettere in sostituzione degli AT1 nuovi titoli.
Tornando alle banche tedesche, a sorpresa, Deutsche Pfandbriefbank e Aareal Bank hanno annunciato di aver deciso di non rimborsare i titoli AT1: hanno preferito venir meno alle promesse fatte agli investitori e pagare tassi più alti, piuttosto che restare senza titoli, oppure emetterne di nuovi a tassi proibitivi. Mossa lecita, ma inattesa dal mercato.
Il risultato è che Deutsche Bank è caduta alla Borsa di Francoforte: il titolo ha accusato una flessione del 14%. Nel solo mese di marzo la quotazione della prima banca tedesca, nonché europea, è scesa di quasi il 32%.
Ma a Berlino ostentano tranquillità. “Non c’è ragione di inquietarsi per Deutsche Bank”, ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, sottolineando che “la banca è molto profittevole e ha radicalmente modernizzato il suo modello di business”. Deutsche Bank non sarebbe dunque il prossimo Credit Suisse.
Anche dalle parti della Bce filtra una certa calma. La presidente Christine Lagarde ha detto ai leader europei che “il settore bancario dell’Eurozona è resiliente perché dispone di solide posizioni patrimoniali e di liquidità, ed è forte perché abbiamo applicato a tutte le riforme normative concordate a livello internazionale dopo la crisi finanziaria globale”.
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