Su e giù. La soglia sugli acquisti con il contante si appresta a un’altra, ennesima, variazione: dall’anno prossimo dovrebbe scendere dagli attuali 2mila a mille euro. Il condizionale è d’obbligo. La Lega ha infatti depositato un progetto di legge per alzare il tetto del contante a 10mila euro (alla fine il limite potrebbe salire a 5mila).
E la premier lo ha ribadito. “Confermo che metteremo mano al tetto al contante” che peraltro “penalizza i più poveri”, ha detto Giorgia Meloni in replica dopo la discussione sulla fiducia al Senato, sottolineando che la misura “rischia di non favorire la nostra competitività” visto che paesi come Austria o Germania non ce l’hanno.
È vero quanto sostiene la presidente del Consiglio ma vediamo il quadro complessivo del Vecchio Continente. Secondo l’European consumers center, in Austria, Germania, Lussemburgo, Olanda, Ungheria, Irlanda, Estonia, Finlandia e a Cipro non ci sono limiti, in Grecia è 500 euro. In Spagna, Francia, e Svezia la soglia è di mille euro. In Romania è 2mila euro; 2.700 in Danimarca, 3.300 in Polonia. In Belgio e Portogallo e Lituania il limite è di 3mila euro. In Bulgaria, Slovacchia e Slovenia è 5mila; 7.200 euro in Lettonia. La soglia è di 10mila euro in Repubblica Ceca e a Malta. In Croazia sale a 15mila.
Detto ciò, uno studio di Banca d’Italia - firmato da Michele Giammatteo, Stefano Iezzi e Roberta Zizza e pubblicato nel 2021 - evidenzia che un aumento della quota di transazioni in contanti determinerebbe, a parità di condizioni, un incremento dell’incidenza dell’economia sommersa. Allo stesso tempo, sebbene le metodologie adottate presentino alcuni limiti, il lavoro mostra che le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale. E, sfortunatamente, come noto, l’Italia è un paese con un elevato livello di evasione.