Parte dal Benin la rivoluzione monetaria africana. Il presidente Patrice Talon ha annunciato una serie di riforme per abbandonare il franco CFA, la valuta adottata da 15 Stati africani.
Secondo Talon, c’è un accordo all’unanimità (tra i 15) per porre fine a questo modello. “La Banca centrale dei paesi africani (UEMOA) gestirà tutte le sue riserve di valuta estera e le distribuirà alle varie banche centrali partner in tutto il mondo”.
Dalla sua creazione nel 1945, circa quindici anni prima dell’indipendenza dei paesi colonizzati dalla Francia, il franco CFA ha tenuto sotto controllo l’inflazione nei 15 paesi che l’hanno adottato. L’indicizzazione all’euro ha poi garantito che la moneta fosse stabile e forte, una condizione che agevola gli investimenti e le importazioni.
Al tempo stesso, penalizza le esportazioni e mette un freno allo sviluppo del mercato locale. Tra le critiche avanzate contro il CFA anche l’obbligo di trasferire la metà delle riserve al Tesoro francese e il fatto che le banconote siano stampate in Francia. Elementi che hanno spinto i detrattori del CFA a parlare di “neocolonialismo”.
La riforma in atto darebbe invece origine a una nuova moneta continentale, l’ECO.